Intanto, per riportare la sicurezza in Libia il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) potrebbe chiedere l'aiuto di Paesi arabi o islamici, ha detto tra l'altro Jalil, precisando che il Cnt potrebbe chiedere l'invio in Libia di agenti di Paesi arabi o islamici, respingendo l'ipotesi di presenze militari di altre Nazioni.
Comunque, ''Tripoli è più sicura di Baghdad'', ha assicurato Mahmoud Shammam, portavoce del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) libico, e, impegnato per la ''stabilizzazione'' della Libia, il Cnt continuerà a ''dare la caccia'' al colonnello. ''Stiamo gestendo tutte le questioni militari - ha detto Shammam durante una conferenza stampa a Tripoli - Presto avrete buone notizie sulla sicurezza e sulla stabilità di Tripoli. Siamo riusciti a fare ciò che altri non sono stati in grado di fare''.
Dopo giorni di combattimenti tra ribelli e lealisti, c'è calma apparente nel centro di Tripoli. I rivoltosi affermano di avere quasi il controllo completo della capitale libica, mentre - riporta il Telegraph - proseguono gli scontri a est. Combattimenti si sono registrati soprattutto nella zona dell'aeroporto internazionale. Intanto in alcune zone della città, riferisce la tv al-Jazeera, è tornata l'elettricità e la notizia è stata accolta con colpi d'arma da fuoco esplosi in aria.
Ma nella parte meridionale della città è stata fatta una macabra scoperta: in un magazzino sono stati trovati i corpi di 53 persone, che sarebbero state uccise a inizio settimana. Lo riporta l'emittente britannica SkyNews. Secondo un abitante della capitale libica, i corpi appartengono perlopiù a civili, uccisi dai lealisti. La tv cita testimoni secondo i quali nella zona sud di Tripoli 150 persone sarebbero state uccise tra il 23 e il 24 agosto durante la battaglia tra i ribelli e i lealisti di Gheddafi per il controllo della capitale libica.
Oggi i ribelli hanno conquistato la città di Bin Jawad, a un centinaio di chilometri da Sirte, secondo quanto riferisce Skynews. E scontri si sono registrati nelle ultime ore nella città petrolifera libica di Ras Lanuf, a 220 chilometri da Sirte. Lo riporta la tv al-Jazeera, precisando che filtrano notizie riguardo alla presenza di cecchini - lealisti di Muammar Gheddafi - appostati in città. La battaglia per il controllo di Ras Lanuf, secondo l'inviato dell'emittente, ''non è ancora finita''. Dall'inizio della rivolta armata contro Gheddafi, Ras Lanuf, importante centro petrolifero, è passata più volte sotto il controllo dei ribelli, ma altrettante è stata ripresa dai lealisti. Appena quattro giorni fa i rivoltosi avevano annunciato di avere il controllo della città.
Intanto a quanto si apprende, dovrebbero rientrare oggi in Italia, con un gruppo di giornalisti i tre connazionali Antonio Cataldo di 27 anni di Avellino, Luca Boero di 42 anni di Genova e Vittorio Carella, 42 anni di Peschiera del Garda che si trovavano da un mese nel carcere di Abu Salim di Tripoli e che sono stati liberati dai ribelli.
La storia dei tre italiani, spiega all'Adnkronos il console di Bengasi, Guido de Sanctis, Cataldo, Boero e Carella è ''una bella storia molto semplice: in mano al cattivo e liberati dal buono". Di loro non si sapeva nulla, prosegue, "perché le autorità libiche del regime precedente erano, in tempi di pace, molto, molto lente ad avvisarci quando c'era qualche italiano detenuto. Questo quando stavamo in tempo di pace, figuriamoci in una situazione del genere". Così, continua De Sanctis, "quando sono usciti, il Cnt ci ha avvisato, ci è arrivata una serie di telefonate di gente del Cnt e abbiamo saputo immediatamente che erano liberi".
"Dopodiché ci hanno pregato, gli stessi italiani di non dare pubblicità alla cosa, a loro non interessava parlare con la stampa - riferisce il console - e poi li stiamo gestendo in modo che tornino in Italia il prima possibile". Il loro rientro, precisa De Sanctis, "doveva accadere 48 ore fa, ci sono navi maltesi che stanno rimpatriando stranieri da Tripoli tra mille difficoltà. Adesso l'ultima notizia è che la nave nel porto di Tripoli li fa salire e forse nel pomeriggio salpa. Ma lo abbiamo già visto e sentito due o tre volte".
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